IL DISCORSO CHE NON ABBIAMO POTUTO FARE

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Care compagne e cari compagni,
Avevamo chiesto, come si usa, di poter intervenire in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte d’Appello di Roma. E, sempre come si usa, abbiamo concordato preventivamente sulla nostra presenza e sul nostro intervento.
Tutto inutile: per “ragioni di tempo” il nostro intervento, come pure quello di colleghi di altre sigle, con una unica eccezione, è stato cassato.
Noi riteniamo questo episodio un grave segnale di mancanza di rispetto verso i rappresentanti dei lavoratori giudiziari ed è particolarmente spiacevole constatare come questo non sia stato considerato tale in uno degli Uffici Giudiziari più importanti.
Il Sindacato, lo ricordava il nostro nuovo Segretario Generale Maurizio Landini nel suo discorso di insediamento, è un soggetto che si misura alla pari con i suoi interlocutori, ed è francamente non più accettabile un comportamento che tende a sminuire il ruolo della rappresentanza sociale.
L’intervento della compagna Liliana Antonacci, vittima di questo spiacevolissimo episodio, lo giriamo a voi, certi di trovare un interesse diverso rispetto ai tanti a cui invece piacciono le passerelle infruttuose. Mai come oggi il lavoro, la sua dignità e qualificazione, è il centro di ogni progetto di rilancio dei servizi pubblici ed è il problema principale del Ministero della Giustizia e non certo per responsabilità dei lavoratori.
Sottovalutare queste problematiche o, peggio, ridurle e destinarle ad una coda incompiuta di interventi nello svolgimento di un evento così importante, come se fossero residuali, lo ribadiamo, è una grave scorrettezza nel confronti dei lavoratori e dei loro rappresentanti.

Cari saluti

Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale